Non solo mimose
di Lorena Bergamo
Che l’8 marzo si festeggi la Giornata Internazionale della Donna lo sappiamo tutte, che come simbolo sia stata scelta la mimosa pure, e che la mimosa sia stata scelta per comodità perché fiorisce proprio in questo periodo credo sia abbastanza ovvio. Che però la mimosa sia stata scelta perché è un fiore poco costoso credo lo sappiano in poche.
Un fiore poco costoso.
Bah.
Non sto qui a sindacare sull’argomento politico legato a questa ricorrenza, del resto il tam tam mediatico e dei social oggi farà il suo e tutte posteranno link e link sulla solita tiritera che la donna va festeggiata tutti i giorni e che oggi non dovrebbe essere una giornata per andare a vedere gli spogliarellisti che mostrano i loro bicipiti e bla bla bla e un sacco di donne operaie sono morte e bla bla bla.
La politica la lascio agli altri, non fa per me, ma io che amo tutto ciò che è creazione, evoluzione e magia, due parole su qualcosa di straordinario che le donne hanno fatto su questa Terra le voglio dire. E poi mi piace parlare di crescita, di speranza, di innovazione, di rottura di schemi, e le donne, che piaccia o no, ne hanno fatta di strada per arrivare dove sono. Ho letto tanto nella via vita e qualcosa mi è rimasto dalle innumerevoli biografie macinate in questi anni e per prima, in fondo al cuore, c’è sempre stata lei, la mia Coco. Come?!!! - direte voi - qui si parla di cose serie e tu inneggi ad una stilista egocentrica e miliardaria? Beh, la cara Gabrielle, signori miei, è l’esempio della donna che va controcorrente mantenendo saldi i propri valori e principi morali. È la donna che simboleggia l’eleganza nel mondo ma è anche la donna che ha saputo costruire un impero partendo da zero. È la donna che ha sofferto di solitudine in un collegio dove regnava il rigore. È quella che ha perso un figlio per inseguire un amore perduto in partenza. È quella che ha saputo trasformare, in un momento di recessione in cui tutti i movimenti commerciali erano bloccati a causa della guerra. del semplice jersey blu usato per fare le tute degli operai delle fabbriche, nel più invidiato tailleur di tutti i tempi. Una che è andata controcorrente, che ha preso a schiaffi la vita pur di sfondare.
Poi c’è lei. Annette Kellerman. O chi è - direte voi. Beh la signorina in questione si è battuta per promuovere il diritto di poter indossare un costume intero aderente nel ben lontano 1907 ed è stata arrestata per atti osceni in luogo pubblico. Ma noi oggi sfoggiano costumi inguinali come se ne niente fosse. Grazie a lei.
E poi Franca Viola. La prima donna che, nel 1960, rifiutó un matrimonio riparatore dopo essere stata stuprata e che fece anche condannare il suo aguzzino.
Margherita Hack, la prima donna a dirigere in Italia un osservatorio astronomico.
Maria Montessori, la prima donna a laurearsi in Medicina in Italia, nel 1896.
Oriana Fallaci, quella del suo Uomo e del suo bambino mai nato, la prima giornalista che ha intervistato Khomeini vis a vis, nel vero senso della parola, sfilandosi il chador in segno di ribellione e indipendenza dell’identità di genere.
E poi ancora Margaret Sanger, un’attivista per i diritti delle donne, e Katherine Mc Cormick, che insieme hanno creato la pillola che protegge le donne da una gravidanza indesiderata.
E poi infinite altre, dalla più famosa Frida Khalo a Hellen Keller, cieca e sorda, insignita nel 1964 della Medaglia Presidenziale della libertà.
E tante, tante, tante altre che non basterebbero mesi per elencarle tutte.
E poi ci siamo noi, comune mortali. Che ogni giorno combattiamo la nostra battaglia, tra lavoro, padelle, pappe e pannolini. Tra incazzature e corse sfrenate. Noi che siamo multitasking e che ci mettiamo lo smalto mentre telefoniamo alla mamma, che parcheggiano come forsennate in doppia fila per prendere i bambini a scuola, che ascoltiamo la lezione dei marmocchi mentre giriamo il sugo, che abbiamo la febbre e ingolliamo una Tachipirina e mettiamo la quarta pronte a ripartire, perché noi proprio non ci possiamo fermare. Noi che piangiamo nella notte e aspettiamo che tutto si aggiusti, noi che viviamo di emozioni e brividi lungo la schiena, che coccoliamo gatti e asciughiamo lacrime e puliamo nasi moccicosi. Che spalanchiamo le finestre e respiriamo l’aria che ci punge la faccia. Che ci dividiamo tra lavatrici e aspirapolveri e cene con le amiche e divano con i mariti. Noi che ci facciamo venire il mal di testa e che poi facciamo l’amore con passione. Noi che urliamo, che non né possiamo più, e che poi crolliamo sfinite la sera in un abbraccio caldo. Noi che l’abbraccio caldo non sempre ce l’abbiamo. Noi che guardiamo sex and city e che piangiamo come cretine per un bacio non dato. Noi che ridiamo e che qualche volta scappiamo. Noi che ancora sogniamo e che sempre lottiamo.
Un cesto di rose ci vuole per noi, altro che mimose poco costose. Una vagonata di fiori e di abbracci e un bel tappeto rosso su cui camminare a testa alta. Perché noi siamo così, fragili e ostinate, mamme, amanti, amiche e mogli tutto insieme. Siamo così, femmine e femminili, testarde come muli e tenere come burro. Profumate di buono e di antico, fiere delle nostre nonne che ci hanno spianato la strada ma che ancora è tortuosa e difficile, con i suoi tabù e le sue credenze vecchie di secoli. Noi che alcune volte siamo ancora bambine e che certe altre sembriamo vecchie di cent’anni. Noi che siamo dipinte sui quadri, scolpite nel marmo morbido e bianco come madonne sacre da venerare. Noi che ci hanno raccontate nei film e nei libri, e che sommi poeti ci hanno dedicato parole d’amore. Noi siamo così, fiere della nostra interezza. Qualche volta offese, picchiate, denigrate, umiliate. Ma sempre noi.
Ecco.
Il mio pensiero va a tutte quelle donne che hanno fatto la Storia e che ci hanno permesso con grinta e coraggio di diventare noi quello che siamo oggi. Donne libere grazie a qualcuno che ha creduto nel potere dei diritti umani e ci ha aperto la strada verso la consapevolezza e la dignità di essere donna.
Qualcuno ci disegna ancora a metà.
Sta a noi e solo a noi decidere se il disegno ci piace o no.
E se ci piace, appenderlo e ammirarlo.
E poi annusare le rose e mettere le mimose in un vaso. Con Amore.
Buona Festa, Donne.
"We do not change the world when we whisper. We change it when we roar" - Cleo Wade
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