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Giornata mondiale dell’Orgasmo

Autore: Gabriella Catania


L’Orgasmo, dunque, al centro della giornata di oggi. Uno degli argomenti più dibattuti e più presenti sulle riviste, negli articoli di stampa, nei documentari, nei post sui social network, nelle ricerche su internet. Probabilmente però la nostra sete di conoscenza sul tema non è ancora appagata e forse la nostra consapevolezza personale non è ancora sufficientemente salda per ritenere questo argomento ormai risolto, per sentirci al sicuro da tutte le insicurezze.

Sarà per questo che siamo spesso troppo concentrati sulle modalità per ottenere un orgasmo da favola, alla ricerca delle posizioni più favorevoli, pieni di interrogativi sulla soddisfazione del/della partner, e magari ci perdiamo l’abbandono del momento, dimentichiamo di lasciarci andare alle sensazioni. Ne vale la pena? Forse no.

Per capire meglio, riferendoci all’orgasmo femminile ci viene in soccorso la recente indagine Erosfem, condotta in Italia da Aispa su 1264 donne tra i 18 e i 50 anni.

Il 92% dichiara di avere provato un orgasmo. Ottima notizia, questa. Poco più del 50% è in grado di ottenere un orgasmo attivato per via vaginale (senza stimolazione clitoridea). Questo dato può anche essere letto specularmente, ossia circa la metà delle donne italiane invece non riesce ad avere un orgasmo per via vaginale senza altra stimolazione (per es. clitoridea). Questo dovrebbe bastare a dipanare una delle preoccupazioni più comuni: non riesco a provare un orgasmo vaginale, sono normale? Che nessuna si senta sbagliata dunque, non è raro non riuscirci, e neppure sbagliato. È abituale, capita niente d imeno che a una donna su due e non è ancora chiaro perché questo accada. Ma è davvero così importante riuscirci? Il centro del piacere femminile in fondo è la clitoride, l’unico organo del corpo umano che ha un’unica funzione: il godimento. Quello che conta è riuscire a provare piacere, non come o quanto intensamente. Che cambia se lo proviamo più in un modo che nell’altro, o se un giorno è più intenso o un altro meno? Fa parte della meravigliosa variabilità dell’esistenza e delle sue condizioni. È però anche vero che ognuno di noi deve compiere il proprio personale percorso alla ricerca del proprio piacere, sperimentando, facendo esperienza, testando. Perché nessuno è uguale a un altro, così come un orgasmo non è uguale a un altro.

L’indagine poi ci parla di tanti altri modi attraverso cui raggiungere l’orgasmo, perché (ohibò) di solito se ne parla sempre in correlazione a un coito (e di solito eterosessuale). Eppure si raggiunge l’orgasmo con maggiore facilità attraverso la masturbazione, per esempio. Ed è anche possibile attraverso la stimolazione di punti erogeni, dei capezzoli, o anche con la stimolazione anale. Eppure quando si parla di orgasmo il pensiero è sempre diretto al rapporto sessuale di coppia, una reazione che possiamo spiegarci solo in termini culturali: per decenni di sesso si è parlato prevalentemente in termini di coito. Se nel nostro immaginario mettiamo l’orgasmo al centro dell’esperienza del coito, come unico obiettivo che può renderci soddisfacente l’esperienza, inevitabilmente accade che quando, per mille ragioni, non lo raggiungiamo ci sentiamo in colpa, temiamo di non essere state all’altezza, temiamo di ferire l’orgoglio del partner maschio e qualche volta questo porta a “fingere” un piacere mai provato. Nell’indagine, il 59% di chi ha finto un orgasmo almeno una volta, rivela di averlo fatto per non deludere le aspettative del partner. Siamo altruiste, noi donne, anche a costo di mentire.

Forse però bisognerebbe ribaltare il modo di pensare questa esperienza. Forse bisognerebbe cercare non tanto l’orgasmo a tutti i costi, ma il piacere in tutte le sue dimensioni, cominciando a dare il giusto peso a tutte le esperienze piacevoli senza necessariamente classificarle in ordine di importanza, dimenticare per esempio l’orribile espressione “preliminari” potrebbe essere un inizio. Tutti i momenti in cui sperimentiamo la sessualità e il piacere sono importanti, usare il termine preliminari significa alludere a qualcosa di più importante che arriverà dopo. Impariamo invece ad abbandonarci, a sperimentare, a giocare di più, per conoscere meglio noi stessi e le nostre sensazioni piacevoli e quelle del/della partner senza pensare che necessariamente al termine bisogna raggiungere un orgasmo stellare; a volte non arriva e va bene così lo stesso, perché è stato soddisfacente lo stesso, in altro modo. Impariamo a essere più fantasiosi, come fa il 46% delle donne dell’indagine, facendo uso di giocattoli sessuali, di vario tipo, dai lubrificanti ai sextoys. Giochiamo perché l’aspetto ludico, insieme a quello riproduttivo e relazionale, è una funzione essenziale della sessualità e inoltre è il più importante per mantenere viva e vivace una lunga relazione.

Insomma non dimentichiamo mai che “l’orgasmo non è l’obiettivo. L’obiettivo è il piacere” (E.Nagoski). In tutte le sue forme, aggiungerei io.

Felice giornata dell’orgasmo. Enjoy!


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